La Storia

La storia di Punta Ala affonda le sue radici nella notte dei tempi: in una campagna di scavi svoltasi nel 2010/2011 dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana in collaborazione con l’Università di Firenze, ed alla quale ha fortemente contributo il Marina di Punta Ala S.p.A., è stato rinvenuto, lungo il sentiero panoramico che conduce alla Punta dello Sparviero, il più antico impianto produttivo metallurgico dell’Italia centrale, databile tra il XVIII e il XVII secolo a.c. (Età del bronzo antico), con i resti di una capanna e di alcune strutture per la lavorazione del bronzo, che si ipotizza costituisse anche un avamposto per il controllo della navigazione, collegato ad un villaggio posto verosimilmente in prossimità del Forte di Punta Ala che sovrasta il Porto.

L’area venne quindi frequentata in epoca etrusca, utilizzata come luogo di pascolo del bestiame, mentre i primi insediamenti del Porto di Punta Ala risalgono ad epoca romana e da quì ha origine il toponimo Punta Troia, antico nome del luogo, derivante dalla storpiatura fonetica di Portus Traiani ritrovato in alcune fonti latine.

Numerose sono le testimonianze di quest’epoca, come i resti di trabeazione (presumibilmente di una villa) esposti nell’area verde alla radice del Molo Nord del Marina ed i relitti rinvenuti nel 1974 nel corso dei lavori di realizzazione del Porto; due campagne di scavo consentirono di recuperare parte del carico di una delle imbarcazioni, risalente alla metà del III secolo d.c., i cui resti giacciono ancora adeguatamente protetti, sotto uno dei pontili del Porto.

Davanti alla Punta dello Sparviero (o della Troia) si trovano  alcuni piccoli scogli appellati come “Porcellini” in quanto ricorderebbero proprio dei porcellini intenti a succhiare il latte della madre e, appena più al largo, l’isolotto dello Sparviero (o “della Troia”) sul quale si ergono i resti di una torre di avvistamento di epoca tardo medievale, la Torre degli Appiani (o Torre dello Sparviero o Torre di Troia Vecchia), uno degli avamposti meridionali del Principato di Piombino, oggetto di incursioni piratesche che danneggiarono l’edificio e causarono ingenti perdite umane tra i soldati che vi prestavano servizio.

Nel XVI secolo, il promontorio, punto panoramico privilegiato, da cui si gode di una vista spettacolare sul Golfo di Follonica, sull’isolotto e sugli scogli dalle forme bizzarre, fu utilizzato dai Granduchi di Toscana come punto strategico di avvistamento, per difendersi dalle continue incursioni dei Turchi.

Risale a questa epoca l’edificazione del Castello che tuttora sovrasta il promontorio, omaggio a Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I. L’altra struttura dal fascino storico e militare è la Torre Hidalgo, o Torre del Barbiere, costruita dal Principato di Piombino nel 1577 come luogo di avvistamento costiero.

Lo sviluppo dell’attuale Porto e centro turistico avviene nel corso del XX secolo. All’inizio degli Anni ’30 Italo Balbo, sottosegretario all’economia nazionale e Ministro della Regia Aeronautica, durante uno dei suoi voli di ricognizione del territorio nazionale, sorvola la zona e se ne innamora. Acquista diversi terreni e ville, tra cui la prima costruzione medicea conosciuta poi come Castello Balbo. Cambia il nome della località da Punta Troia a Punta Ala, data la forma caratteristica vista dall’alto e rinomina anche Isola dello Sparviero quella fino ad allora conosciuta come Isola di Troia, caratterizzata dagli scogli cosiddetti “porcellini” che la circondano e dalla Torre degli Appiani. Crollato il Regime, tutte le proprietà di Balbo vengono requisite dallo Stato Italiano per poi essere rivenduti a privati.

Alla fine degli Anni ’50 gli architetti Walter di Salvo e Francesco Paolo Piemontese lavorano al progetto del Porto turistico di cui viene posta la prima pietra il 1 gennaio del 1962.

Parallelamente si sviluppa il Golf Club di Punta Ala, il più antico impianto di golf della Maremma, e il Centro Ippico Punta Ala ove si svolgono concorsi ippici e di Polo di livello internazionale. Vengono costruiti alberghi e case residenziali e varie altre strutture turistiche che caratterizzano Punta Ala per come è conosciuta oggi.

Il centro urbano viene valorizzato anche dalla Cappella di Sant’Antonio e dalla Chiesa della Signora della Consolata.

Si struttura una solida tradizione nella vela e nel 1976 viene fondato all’interno del Marina di Punta Ala, lo Yacht Club Punta Ala. Il Porto turistico diventa quindi culla di Luna Rossa, l’imbarcazione italiana protagonista nelle regate di Coppa America dal 1999-2000, consolidando una tradizione velica che si è andata sempre più incrementando, facendo del Marina di Punta uno degli attuali maggiori centri di regate veliche del panorama mediterraneo.

Nel 1990 viene altresì assegnata a Punta Ala la Bandiera Blu, mantenuta ininterrottamente fino ad oggi e che, si ricorda, è un riconoscimento internazionale che viene assegnato ogni anno in 49 paesi con il supporto e la partecipazione delle due agenzie dell’ONU: UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente) e UNWTO (Organizzazione Mondiale del Turismo), alle località turistiche balneari che rispettano criteri relativi alla gestione sostenibile del territorio.

Nel 2023 il Marina di Punta Ala S.p.A. ha ottenuto una proroga della concessione demaniale sull’area portuale fino all’anno 2078, a fronte della realizzazione di un progetto di ampliamento e riqualificazione già iniziato, che lo renderà a breve uno dei più moderni ed attrezzati approdi del Mediterraneo, in grado di ospitare yachts di grandi dimensioni.